FEBBRAIO 2014
Tutte le risorse sui prodotti naturali e biologici
Intervista a Elena di Altramoda su Genitori Channel. 25 giugno 2013, articolo di Caterina Lazzari
Vestiti che fanno bene: materiali e certificazioni
Intervista a Elena di Altramoda su Genitori Channel. 14 giugno 2013, articolo di Caterina Lazzari: Le sostanze tossiche nei vestiti da bambino
Ci menzionano su un'articolo sul Blog www.sara-pat.blogspot.it, parlando di M.C.S., Sensibilità chimica multipla. 4 Giugno 2013
L'abito non fa il monaco ma a volte la felicità
Vinciamo il concorso Bio è Bello sulla rivista "TerraNuova" maggio 2013
Citazione di Altramoda nel libro "Ecologica" di Johan Rossi Mason, Log Edizioni, marzo 2013
" L’intimo, oltre a essere sexy, deve anche essere a basso impatto ambientale. Per questo meglio optare per tessuti realizzati in cotone biologico o materiali come la soia, il
bambù, la seta e la canapa. La fibra di canapa, in particolare, è completamente biodegradabile e subisce un ciclo di lavorazione poco inquinante. Inoltre, cresce con poca acqua e senza l’utilizzo di fertilizzanti.
Per informazioni: www.h-earth.com; www.altramoda.net; www.rawtextiles.com. "
Intervista pubblicata sulla rivista "millionaire" febbraio 2013
Intervista pubblicata sul quotidiano nazionale "la Repubblica" il 10 agosto 2012
<<...Credo in Bio. Non è soltanto un gioco di parole, ma un sentimento profondo che ha cambiato la vita a Elena e Marco Mosca, che da lavoratori agricoli si sono trasformati in imprenditori di abbigliamento biologico, con il marchio "Altramoda". «Abbiamo iniziato nel 2009, con un piccolo negozio a Fossombrone, nelle Marche, in cui vendevamo principalmente pannolini lavabili. Abbiamo sempre creduto in una scelta di vita ecologica - racconta Marco Mosca - anche quando guadagnavamo pochissimo, e avevamo un bambino piccolo. L'attenzione è stata subito alta e il nostro fatturato è in costante crescita, soprattutto da quando la nostra linea "Altramoda" è in vendita anche on line. Ma i nostri capi non sono soltanto naturali: seguono una filiera che deve garantire e certificare che chi li produce non viene sfruttato, ma trattato in modo etico e giusto».
I vestiti Bio sono fatti di cotone, canapa, fibra di bambù, la lana proviene da pecore di allevamenti "eco", i colori sono terre naturali, la zip della felpa è Nichel-free, e accanto a molti capi, in vendita on line si legge, «prodotto in India, con amore».
«Vuol dire che quella maglietta o quella felpa - aggiunge Marco Mosca - è stata cucita secondo un'etica del lavoro giusta e garantita». E il business cresce perché, raccontano ancora i creatori di "Altramoda", «una volta indossati quei tipi di fibre, quei cotoni purissimi non si riesce più a tornare indietro».
Ma il Bio è interessante perché è forse il settore che maggiormente sperimenta forme di commercio tra le più diverse, dalle aziende con vendita diretta ai mercatini, dai Gas, i gruppi di acquisto solidale, ai siti dell'e.
commerce Bio. Ma tutto questo quanto è sicuro? Quanto sono attendibili le certificazioni di uova, latte, frutta, marmellate, tanto per citare alcuni tra i prodotti più venduti del Bio? «Le filiere della grande distribuzione hanno controlli rigorosi - conferma Paolo Carnemolla di "Federbio" - e non possono permettersi di fare errori. A volte però il termine Bio viene utilizzato impropriamente per indicare prodotti con residuo zero di pesticidi, confondendo così il consumatore. Quei cibi non sono frutto di agricoltura biologica, sono soltanto prodotti trattati con pesticidi non più rilevabili alle analisi. Il vero rischio di frodi è invece seriamente presente nei mangimi animali. E qui ci vorrebbero controlli più seri».
MARIA NOVELLA DE LUCA
29 sez. R2